Natale in tavola          Chef Massimo Mauri

                   

Lezioni

Tortino di Porri e salsiccia

 

Crema di topinambur, carciofi croccanti, uova di quaglia e parmigiano

 

Gnocchi ripieni di fonduta, olio tartufato e pancetta

 

Cappone ripieno di castagne, frutta secca e purea alle erbe

 

Tiramisù al panettone

 

Depliant

 

Ricette

 

Foto

  

Docenti e Assistenti

Massimo Mauri

Stefania Materassi

Antonio Paparo

Partecipanti

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 Cappone ripieno di castagne, frutta secca e purè alle erbe

 

Ingredienti

Un cappone disossato, 500 gr di polpa di vitello, 500 gr salsiccia, 200 gr castagne bollite, 500 gr di lonza di maiale, 1 uovo,  200 gr di parmigiano, maggiorana, timo ed altre erbe fresche.

 

Procedimento

Battere il cappone, precedentemente disossato, per la lunghezza e riempirlo con la farcia. Bollire la salsiccia per sgrassarla, passare la carne al tritacarne e impastare il tutto in una bowl con uovo, erbe e parmigiano. Unire di seguito le castagne e frutta secca a piacimento.

Fare un rotolo con il ripieno, fermarlo in 4 punti con lo spago, avvolgerlo con la stagnola con un battuto di erbe e legarlo come un arrosto.

Cuocere in forno con qualche verdura e vino bianco per 45 minuti a 180°.

Lasciar riposare sempre prima di servire.

 

Presentazione

Creare una salsa con il fondo di cottura che servirà per nappare il cappone. Servire tre medaglioni su una base di purè alle erbe.

 

Consigli dello Chef

 

Come disossare

Ricordarsi anzitutto di bruciacchiare eventuali pelucchi rimasti sulla pelle del pollo, cappone, tacchino, anatra, oca etc etc etc.

Procurarsi un buon coltello, dobbiamo imparare a lavorare con la punta restando sempre attaccato (rasente) all’osso

1.      Togliere le zampe, intaccando col coltello la giuntura relativa

2.      Togliere le alette, intaccando col coltello la giuntura relativa

3.      Si parte a disossare partendo dal dorso seguendo la colonna vertebrale con un  coltello ben affilato, si procede da entrambi le parte aiutandosi con la mano libera per allargare i lembi già tagliati, arrivati in fondo è la parte più delicata e difficile perché in fondo avete solo pelle e osso. E’ importante che il cappone alla fine resti integro ed intero senza minimamente intaccare la pelle. Estratta la carcassa attenzione alle interiora, sono da estrarre delicatamente il cuore il polmone il fegato … eliminando il fiele senza romperlo (è amarissimo e rovinerebbe la carne). La carcassa e le altre frattaglie non si buttano sono ottimi per fare un buon bollito o un fondo di arrosto. Eventuali pezzettini di carne possono essere utilizzati anche per il ripieno.

4.      Si disossano infine anche le cosce aprendolo da una parte e procedendo sempre rasentando l’osso fino ad estrarlo completamente, si possono fare ripiene anche le cosce mettendo attorno per tenere delle fette di pancetta tesa poi le passate in forno, sono ottime.

Ricordate che potete farvelo disossare dal vostro macellaio di fiducia, evitandovi così questo lavoro. È consigliabile, quando lo mettete al forno avvolgerlo in una carta di stagnola per fargli prendere forma, dopo un quarto d’ora togliete la carta stagnola e continuate la cottura senza. Dal punto di vista estetico otterrete un risultato migliore.

Se volete aggiungere delle patate queste vanno messe sempre a crudo con sopra un goccio d’olio, sale e rosmarino … e anche qui ricordate che ci sono patate e patate, ad esempio sono ottime le patate viola anche se costano un po’ di più. (patate vitellotte o la patata Sauze d'Oulx).

Ripieno

La base del ripieno come da ricetta è la polpa di vitello macinata e la salsiccia, poi potete arricchire aggiungendo di tutto: spezie, erbe aromatiche (erba cipollina, maggiorana) frutta secca (castagne, pinoli, mandorle, pistacchi, olive, uva passa, prugne e albicocche, datteri, fichi, etc etc.), carne di maiale, carni di volatili; si insaporisce con sale,  pepe, noce moscata e si amalgama con un uovo e del parmigiano.

 

Composizione dell’ arrosto

Si stende un po’ la carne disossata aiutandosi con della carta trasparente e un batticarne, ma senza esagerare, si potrebbe rompere, ricordarsi battere leggermente e trascinare (si batte e poi si va).

Si dispone la farcia sulla carte tesa, la si diffonde in modo omogeneo e poi si arrotola aiutandosi con le mani ma molto delicatamente evitando di rompere la carne o la pelle. Si lega quindi a mò di arrosto, effettuando prima un nodo longitudinalmente e lasciando dietro al nodo un po di spago (serve dopo per fare l’ultimo nodo)  e poi aiutandosi con la mano libera si fanno dei cappi che si passano sotto l’arrosto ponendoli a distanze regolari, alla fine si gira il pezzo e si passa il pezzo lungo lasciato col primo nodo agganciando progressivamente i vari giri fino in fondo dove si effettua un altro nodo … e il nostro arrosto è pronto da passare al forno per almeno un’ora e mezzo a 200°. Una buona norma è quella di avvolgerlo in carta stagnola e farlo andare per una mezz’oretta in forno a 220 gradi, si evita così la fuoriuscita di ripieno, poi si toglie la carta stagnola e si procede con la cottura in forno a 180 ° per un’altra oretta bagnando con del vino bianco.

Una volta estratto dal forno lasciarlo riposare per almeno 10 minuti nel suo fondo di cottura, poi lo si taglia a fette più o meno sottili si impiatta aggiungendo del fondo di cottura per renderlo più morbido e saporito.

Chi fa una buona cucina usa i suoi fondi di cottura: di pollo, di manzo, di vitello, di agnello. Di solito si mettono le ossa o le carcasse nel caso dei volatili, un po’ infarinate,  nel forno ad alta temperatura, una volta tostate si mettono in casseruola si aggiunge del vino che si lascia evaporare e poi si aggiunge dell’acqua o del brodo e si lascia cuocere fino ad ottenere il fondo di arrosto voluto, se troppo liquido posso aggiungere della maizena per addensare. Una volta i cuochi avevano sempre qualche fondo che andava sui fornelli e li lasciavano cuocere per ore.

Nel forno ci sono i nostri capponi, dovrebbero bastare circa 40 minuti, ma potreste farlo anche come un arrosto in una teglia sul fuoco con le verdure.

Le carcasse che ieri abbiamo buttato potevano essere utilizzate per fare un fondo di arrosto, bastava infarinarle e metterle in forno a sgrassare, e poi, una volta sgrassate utilizzarle per preparare un arrosto sul fuoco per ottenere il fondo … un procedimento molto utilizzato da chef e cuochi. La stessa cosa posso fare coi crostacei preparando una bisque o anche con le lische di pesce per preparare un fumetto.

Non è argomento di questo corso, ricordatevi però che il pesce non va mai cotto troppo, ad esempio gli astici li calo in acqua bollente per tre minuti , poi li metto sotto acqua fredda, tolgo la parte centrale e le chele e con tutto quello che rimane faccio la bisque in un soffritto di sedano, carote e cipolle cui aggiungo dell’acqua, faccio cuocere abbondantemente, per circa un’oretta poi frullo tutto e filtro, ed eccovi la bisque un ottimo brodo di crostacei che potete utilizzare per risotti, paste ma soprattutto come fondo di cottura della parte nobile dei crostacei. Se la bisque è troppo liquida posso addensare con un poco di maizena. Potremo cosi passare a  preparare il sugo all’astice utilizzando la bisque come sughetto di cottura cui aggiungerò la parte centrale e la carne delle chele, potrei ancora aggiungere delle verdure ad esempio del cipollotto o del porro che uso per un soffritto cui aggiungero poi la bisque e poi le parti nobili dell’astice. Un tempo facevo una carbonara di gamberoni usando un soffritto di pancetta e porro aggiungevo un po’ di bisque (la potete fare anche con i gusci dei gamberi) e infine per mantecare aggiungevo i gamberoni che richiedono solo qualche minuto e son cotti.

 

Purèa alle erbe (guarda un video per il purea di patate)

Se le patate le fate bollire con la buccia assorbono meno acqua, per prepararlo è molto semplice metto del latte e del burro in un pentolino aggiungo le patate e mescolo con una frusta. Le patate potete anche ridurle a purea utilizzando il cutter una bacinella con al centro una grossa lama ed un coperchio che protegge da eventuali fuoriuscite. 

Al purea potremmo aggiungere delle castagne, oppure fare un purea di verze o di zucca o di carote o di topinambur

A proposito di verze una volta usavamo le foglie di verze come contenitori per i tagliolini al pesto di verza, per farlo si caramellavano leggermente le foglie più esterne e si lasciavano asciugare su dei palloncini perche prendessero la forma di una scodella, quando erano ben asciutte le usavamo per impiantare i tagliolini al pesto di verza con pecorino (un effetto fantastico), oppure servivamo i tagliolini al pesto di verza su un piatto con a specchio una crema di zucca e sopra una guarnizione di scorzonera e del formaggio pecorino.

I purea potrei farli anche misti, un purea di patate con carote ad esempio, ci sono chef che si divertono a produrre piatti con purea multicolori ad esempio tricolore (bianco rosso e verde) facendo poi ghirigori con il sacco a poche.

 

Presentazione

Abbiamo tolto gli arrostini, puliti dai loro legacci e lasciati intiepidire nella stagnola con il fondo d’arrosto (la carne così riposa e prende sapore), li abbiamo affettati utilizzando due modalità per impiantare: il primo piatto con fette più sottili su uno specchio di purea guarnito con qualche pezzetto di castagna, il secondo con fettone più grosse affettate poi di traverso e disposte nel piatto vicino alla purea e alle castagne.