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COPIONE “ Oltre la frontiera”

          Personaggi

 

JOHN MARTIN ( GIOVANNI MARTINI)  

soldato 7° reggimento – trombettiere sopravvissuto

JACK WRIGHT  soldato semplice 

JOE barista del saloon  

PAT colonizzatore del WEST 

BILLY colonizzatore del WEST

CORO

ORSO CHE SCALCIA ( Lakota Oglala)

UOMO D’ACQUA ( Arapaho )

LUNA NERA ( Lakota Hunkpapa)

NUVOLA  ROSSA ( Lakota Oglala )

CAVALLO PAZZO ( Lakota Oglala )
TORO SEDUTO ( Lakota Hunkpapa )
GAMBE DI LEGNO ( Cheyenne )

I° INDIANO  esploratore MOCASSINO PELOSO ( Absaroka)

II° INDIANO esploratore UOMO BIANCO LO SEGUE ( Absaroka)
CUSTER
generale 7° reggimento

COOK sottoposto di Custer

PIEDE GROSSO ( Lakota Minneconjou )

TORO BIANCO ( Lakota Minneconjou )

ORSO NERO ( Arapaho )

 

 

ATTO PRIMO - SCENA PRIMA

 

 

Musica introduttiva Western 4.

Il palco è illuminato; una cassa contenente dei fucili, sulla quinta pannelli con cowboy.

In lontananza suona un’armonica; è un motivo militare che entra in sala tra il pubblico ( Garry Owen) .

Seduti in prima fila, nei due settori della sala, conversano due soldati in congedo

 

  

q       Martin: sono dieci anni oggi, vecchio amico mio…dieci anni dal giorno del massacro del Little Big Horne , nel Montana, ma il ricordo è vivo, troppo vivo, nei miei pensieri! Più di 250 compagni perirono ed io avrei dovuto essere con loro, con il 7° cavalleggeri del generale George Armstrong Custer …se avessi    mantenuto, come previsto, il mio posto di trombettiere ora non sarei qui a ricordare, ma il destino ha stabilito di fare i conti con me chissà quando e chissà dove…

 

 

q       Jack: E si’ , mio caro, certe vicende non si dimenticano facilmente! Chi ha partecipato a campagne militari ed ha avuto la fortuna di tornare sano e salvo, sa cosa significa fare il soldato! Il nostro passato non si può  cancellare.

 

 

q       Martin: Tutto cominciò da quelle maledette Black Hills! La parola d’ordine che  rimbombava con una eco insistente da una valle all’altra   era GOLD , GOLD, (effetto eco) e ancora GOLD: file di carovane entravano nelle terre dei nativi, una invasione a dir poco tumultuosa! Tumultuosa e incessante come un fiume in piena che rompe i suoi argini. (Martin si alza in piedi di fronte al pubblico per raccontare) Il governo degli Stati Uniti tiene testa al capo sioux Piccolo Corvo poi sposta il tiro verso i Cheyenne per mano del colonnello Chivington, l’eroe di Denver!

 

q       Jack : ( si alza in piedi e guarda verso il pubblico) e poi , dopo il massacro di Sand Creek, se non sbaglio, Cavallo Pazzo tende un’imboscata  a Fetterman e ai suoi 80 uomini!

 

q       Martin : ( mentre parlano si sposta sul palco) non avrebbero dovuto uscire incautamente da Fort Kearny! Ma la risposta non si fece attendere perché il governo cambiò tattica: non più uomini allo sbaraglio ma caccia alla materia prima, la fonte di sopravvivenza, i bisonti.

 

q       Jack : da decine di milioni si ridussero ad alcune centinaia e se la fame ridusse l’orgoglio nemico … l’appetito per l’oro fece il resto…I pionieri crescevano di numero e a Fort Laramie non si parlava d’altro. Fingendo di ignorare la minacciosa presenza dei legittimi proprietari di quelle terre, come il trattato aveva stabilito otto anni prima , si festeggiava, si brindava, si ballava.Un incontenibile ottimismo aveva contagiato donne e uomini. Musica Western 6.

 

 

Si spengono le luci sul palco mentre una musica travolgente accompagna a scena aperta la festa che si prepara sul palco.

Balletto con la Stangata e gioco del pistolero        (tutti).

 

 

Un cartello passa sul palco con la data 1876.

Sopra la cassa viene posta una tavola, intorno sedie e tutto ciò che serve a creare il saloon.

Dietro ad un bancone un uomo versa da bere.

Entrano, illuminati dall’occhio di bue,  cowboy,  “giacche blu”, ballerine.

I soldati si passano i fucili come in un gioco di acrobazia poi ballano al ritmo di “Oh Susanna” con le ragazze del saloon mentre i cowboy, bevuto e brindato al banco, si siedono e giocano a carte.

Finisce la musica e, mentre i soldati e le donne escono di scena, i cowboy concludono la partita di poker: due di loro restano in scena e discutono sulla presenza degli indiani intorno al forte.

 

 

q       Pat : la firma del trattato, bada bene, garantisce ai Sioux il possesso perpetuo delle Black Hills, e più continua ad arrivare gente diretta all’ovest più i selvaggi  si sentono traditi.. capisci cosa voglio dire?

q        

q       Billy : vuoi dire che Cavallo Pazzo e i suoi sono sul piede di guerra, ecco tutto….

q        

q       Pat : non dobbiamo sottovalutare i continui segnali che inviano, in effetti sono trascorsi sei anni dalla firma del trattato. Il governo deve tenere a freno i pionieri oppure mandare  reparti dell’esercito per presidiare la zona ed evitare il peggio.

q        

q       Billy: devono convincersi che il loro futuro è nelle riserve, non può un pugno di selvaggi seminomadi bloccare il progresso di un popolo civile !E poi, caro mio, non saprebbero cosa farsene dell’oro mentre noi, noi lo faremo fruttare, eccome se lo faremo fruttare!

q        

q       Pat : si è fatto tardi e domattina all’alba il lavoro ci attende, alla faccia di quei perdigiorno di indiani. Buona notte Billy e che il Signore ci protegga!

q        

q       Billy: Buona notte Pat, buona notte. Fischietta un ritornello (“Oh Susanna!”)

 

 

Pat esce di scena mentre Billy si avvicina al banco e , rivolto al barista Joe , chiede un Whisky

 

 

q       Billy : dammi un altro whisky così dormo meglio e non sogno quelle maledette facce rosse!

q        

q       Joe : l’unico indiano buono è un indiano morto! Così mi ripeteva mio padre, e lui di selvaggi se ne intendeva!

q        

q       Billy : sai cosa penso? Penso che sarà compito nostro civilizzarli, mettere  fine alle loro pratiche tribali, in un modo o nell’altro integrarli nella federazione..

q        

q       Joe : impossibile, impossibile domarli… sei  sicuro che si lascerebbero facilmente convincere ? Non lo credo, non lo credo … piuttosto .. ho sentito dire che quel Toro seduto è sul piede di guerra… e che poco distante da qui si sono radunati altri clan … cosa aspetta il governo ad inviare l’esercito?

q        

q       Billy : stiamo a vedere, ma non c’è tempo da perdere…( batte il bicchiere vuoto sul banco e si allontana) Dormiamoci su, almeno per questa notte! Fischietta un tema di Morricone.

 

Si spengono le luci e cambia la scena. Musica cd 1 n.2

Suona una musica notturna alternata ai rumori della notte.

 

 

ATTO PRIMO – SCENA SECONDA

 

In un villaggio di indiani sta per iniziare una riunione

Musica cd 2 n.7. Danza in cerchio.

Nel gruppo anche alcune donne che si siedono a cucire pelli a lato del palco.

Dietro, il coro, costituito da cinque persone, sottolinea alcune riflessioni e commenta determinati passaggi.

 

q       Indiano Orso che Scalcia : la terra fu creata con l’aiuto del sole e fu fatta senza linee di demarcazione. Non spetta all’uomo dividerla : io non ho mai detto che la terra è mia per farne ciò che voglio perché l’unico che ha il diritto di disporne è chi l’ha creata  ( va a sedersi per terra)

q        

q       Coro :     guarda, una voce sacra ti chiama, per tutto il cielo una voce sacra chiama.

q        

q       Indiano Uomo d’Acqua ( passeggiando davanti al pubblico nel proscenio) : in altri tempi eravamo felici e di rado pativamo la fame, perché allora i bipedi e i quadrupedi vivevano insieme come parenti e c’era abbondanza di cibo per loro e per noi. Ma arrivarono i Wasichu e fecero piccole isole per noi e altre piccole isole per i quadrupedi e queste isole diventavano sempre più piccole perché tutt’intorno cresceva la marea divorante dei Wasichu sporca di menzogna e di cupidigia.

q        

q       Coro : quella gente stava sulla terra e voleva solo vivere in pace.

q        

q       Indiano Luna Nera : i bianchi scherniscono la terra, il daino, l’orso…quando noi indiani cacciamo la selvaggina ne mangiamo tutta la carne. Quando raccogliamo radici, facciamo piccoli solchi. Quando bruciamo l’erba a causa delle cavallette, non roviniamo tutto: ghiande e pigne ce le procuriamo scuotendo gli alberi. L’uomo bianco invece rimuove la terra, abbatte gli alberi, distrugge ogni cosa.

q        

q       Coro : tanti altri uomini hanno vissuto e vivranno la stessa storia per diventare erba sui colli

q        

q       Indiano Nuvola Rossa : “Ecco i bisonti – disse il Grande Spirito- essi saranno vostro  cibo e vestiario ma, quando li vedrete perire e sparire dalla superficie della terra, allora saprete che la fine dell’uomo rosso è vicina e che il sole tramonterà per lui”.

q       Coro : tanti uomini hanno vissuto e vivranno la stessa storia per diventare erba sui colli.

 

 

Mentre l’indiano raggiunge i compagni una musica triste ( Morricone, pezzo con armonica) precede l’entrata di altri indiani che si siedono.

 

 

q       Coro: dove sono i Delaware oggi? Dove sono i Shoshoni e le tribù un tempo potenti?

q        

q        Coro e indiani: sono sparite come la neve sotto il sole d’estate.

 

Musica cd1 n.3

 

q       Indiano Orso che Scalcia: ovunque andiamo arrivano i soldati per ucciderci eppure è tutto paese nostro; era già nostro quando i Wasichu fecero il patto con Nuvola rossa e il patto diceva che sarebbe rimasto nostro finché l’erba cresce, soffia il vento, il cielo è blu.

q        

q       Coro : finché l’erba cresce, soffia il vento, il cielo è blu.

q        

q       Cavallo Pazzo ( in piedi in mezzo al cerchio) non si può più correre, né respirare liberamente, non si può più sentire ciò che è sano, né fame, né sete, né caldo né freddo… Avi ( alza al cielo la pipa) a voi offro questa pipa, perché il mio popolo possa vivere.

q        

q       Coro: guarda una voce sacra ti chiama, per tutto il cielo, una voce sacra chiama.

q        

q       Cavallo Pazzo : Grande Spirito, oggi ti mando una voce per un popolo preso dalla disperazione. Fa che questo popolo viva.

 

Gli indiani eseguono una danza girando in cerchio e battendosi il petto mentre un tamburo segna il ritmo.

Le luci sono basse . L’occhio di bue punta il coro che ha le mani alzate e i volti rivolti in alto.

Gli indiani si siedono per terra con il volto rivolto in basso.

 

 

 

ATTO SECONDO- SCENA PRIMA

 

Entrano dalla platea quattro  soldati che si mettono in piedi dietro gli indiani. Musica militare, marcetta .

Uno di loro tiene in mano un proclama.

 

q       Soldato uno : farete bene a infettare gli indiani servendovi di lenzuola tra le quali siano stati coricati dei malati di vaiolo, oppure di altri mezzi che possano sterminare questa razza maledetta.

q        

q       Soldato due : l’unico indiano buono è un indiano morto.

 

I soldati si spostano davanti agli indiani marcando il passo.

 

q       Soldato uno : lo scopo da raggiungere è civilizzare gli indigeni ed incorporarli nella nazione. E’ dimostrato dal passato che i popoli nativi dell’America sono adatti alla civilizzazione da noi proposta.

q        

q       Soldato due : nonostante nella Bibbia non si parli di uomini di pelle rossa si è deciso che essi sono uomini… tuttavia il loro modo di pensare e di vivere dovrà essere cambiato per salvarli dalla dannazione eterna.

 

Entra un altro soldato seguito da una piccola folla di persone ( tra cui dei cowboy) Tamburo. Il soldato si avvicina al pubblico e legge un proclama.

 

q       Soldato tre: proclama della nazione: poiché la tribù ha reagito al suo dovere di sottomissione, si ordina a tutti di cercare ogni occasione per perseguitare, catturare, uccidere quanti incontrino della tribù: per ogni scalpo di indiano maschio portato come prova della sua morte 50 dollari, per ogni scalpo di donna e ragazzo minore di 12 anni 20 dollari… Firmato governo federale.

 

Sempre marcando il passo i soldati escono di scena passando in platea.

Li segue la folla, esclusi i  cowboy che restano in scena e passeggiano intorno agli indiani, ora con il viso alzato.

 Dal suono del tamburo si passa ad un brano triste. Musica cd2 n.11

 

q       Cowboy uno : prima che l’invasione dei bianchi li costringesse a prendere le armi, nella loro maggioranza gli indiani non erano violenti.

q        

q       Cowboy due : presso molte tribù era considerato un segno di maggiore importanza e abilità toccare il nemico senza ferirlo o rubarne le armi piuttosto che ucciderlo. A chi lo sfidava l’indiano rispondeva:

q        

q       Cavallo Pazzo( si alza in piedi e guarda verso l’interlocutore) : Ho due obiezioni da fare a proposito del duello: la prima è che ho paura di farti del male… la seconda che ho paura che tu faccia del male a me…Non vedo quale bene potrebbe venirmi dal fatto di cacciarti una pallottola in corpo… non saprei cosa farmene di te, una volta che tu fossi morto. non sei né un coniglio, né una lepre e neppure un tacchino.

 

L’indiano torna nel cerchio mentre un altro indiano si alza e con lui tutti gli altri. I due bianchi si siedono a terra in disparte.

 

q       Va Avanti: Quale viso pallido può dire che gli ho rubato la terra ?

q        

q       Indiani in coro : nessuno.

q        

q       Va Avanti: quale patto il bianco ha rispettato e l’uomo rosso infranto?

q        

q       Indiani in coro: nessuno.

q        

q       Va Avanti: quale patto l’uomo bianco ha mai fatto con noi e rispettato dopo?

q        

q       Indiani in coro: nessuno.

q        

q       Va Avanti: è solo questione se si desidera vivere come un cane o morire come un uomo libero.

q        

q        Indiani in coro: noi lotteremo e moriremo.

 

Gli indiani escono di scena lateralmente, i bianchi dalla platea.

Il coro si sposta in mezzo al palco.

 

 

q       Coro : tanti uomini hanno vissuto e vivranno la stessa storia per diventare erba sui colli… Grande spirito guarda una voce sacra ti chiama, per tutto  il cielo una voce sacra chiama…

 

Intermezzo musicale. Danza Indiani. Il coro esce di scena.

 

 

  

ATTO SECONDO- SCENA SECONDA

 

La luce illumina Martin e Jack seduti in prima fila.

 

 

q       Martin: la valle, quel 25 luglio 1876, era ricoperta da una fitta nebbia che nascondeva dietro di se’ 4000 guerrieri indiani….e pensare che il governo federale aveva incaricato il generale Custer di mantenere l’ordine con il suo reggimento di cavalleria!La notte che precedette lo scontro Custer era parso di ottimo umore e, come sempre sicuro del fatto suo.

q        

q       Jack : Così almeno riferirono i pochi che quella sera lo avevano incrociato.

q        

q       Martin : chissà, forse aveva in mente una nuova strategia d’attacco…era imprevedibile in tutto, a cominciare dal modo di presentarsi in società fino al linguaggio e al modo di comunicare, non importa se con un subalterno o con i superiori.

q        

q       Jack : era temuto dai suoi uomini, come si  teme chi è incline per natura al comando, all’ambizione e allo sprezzo del pericolo.

q        

q       Martin : oh! Sento ancora il timbro metallico della sua voce come se stia impartendo un ordine perentorio qui, poco lontano da qui….

 

 

Mentre i due parlano, sul palco è seduto Custer. A tavolino controlla una mappa prima di chiamare l’aiutante in capo.

In mezzo alla tenda da campo, gambe larghe , braccia incrociate sul petto, espressione spavalda, combattiva.

 

 

q       Custer: Io…sono io il generale ! Io … sono io quello che comanda! Non l’hanno ancora capito? Come osano il capitano Benteen ed il maggiore Reno mettere in dubbio i miei ordini? Se io  ho affermato che per questa azione non è necessario inviare degli esploratori, significa unicamente questo: nessun esploratore va inviato a perlustrare la zona perché ciò non serve.

 

Si avvicina ai soldati disposti uno a fianco dell’altro e li passa in rassegna.

 

q       E Reno, Reno lo credevo più intelligente e con maggior solerzia nell’obbedire al proprio comandante, mi viene a chiedere come un bambino… bah, come un pavido (falsando la voce) “ E perché mai non servono gli esploratori? E Benteen, quel Benteen che scuoteva la testa ma non diceva nulla? Che coraggio!  Ma si sa,  se solo avesse osato proferire una parola di critica alle mie savie decisioni, lo avrei fatto passare immediatamente per le armi.

 

Si ferma, guarda il pubblico scuotendo il capo.

 

q       Come osano costoro mettere in dubbio le mie qualità di stratega, di abile condottiero , di uomo incurante del pericolo. Credono forse che io mandi allo sbaraglio i miei soldati in maniera sprovveduta?

 

Passeggia avanti e indietro davanti ai soldati schierati.

 

q       Io sono generale e padre, loro padre. A me sono stati affidati ed io decido. Sono forse io un comandante che se ne sta in disparte, lontano dalla furia della battaglia, a dare ordini a chi va incontro alla morte?

q        

q       Soldati insieme : No|

q        

q       Custer: sono forse io un generale  che ha fallito nelle sue imprese?

q        

q       Soldati : mai !

q        

q       Custer: mai , mai dalla guerra di secessione fino ad oggi quando stiamo strappando  ai selvaggi le terre dell’ovest. Sono  io forse quell’uomo che vuole farsi amici questi branchi di scimmie rosse? No. Sono invece il loro più acerrimo nemico. Perché altrimenti mi avrebbero dato la fama del più inflessibile sterminatore di questa razza, vera e propria vergogna del genere umano?

Custer passeggia nervosamente sul palco.

q       Perché mai gli stessi Sioux e Cheyenne  mi chiamerebbero “ figlio della stella del mattino”? Mi temono ( si liscia i baffi e annuisce con la testa) , sanno che io li attacco quando meno se l’aspettano, prima che possano rialzarsi dal loro meritato riposo. Li ho annientati prima e li sorprenderò ancora ( sorride in modo beffardo ).

Comincia a camminare per la stanza, a passi lenti, fermandosi ogni tanto e  si  passa una mano sulla barba.

q       Custer: bisogna dare una lezione a queste carogne di Sioux, una lezione che si ricorderanno per sempre, finché uno di loro rimarrà vivo.

q        

q       Soldati insieme : sissignore !

q        

q       Custer: Come hanno osato queste canaglie rosse allontanarsi dalla riserva a cui erano destinati! Non sanno cosa sono lealtà e diritto! Non accettano i nostri ordini, i nostri decreti e, quel che è peggio, il verdetto delle battaglie  che li hanno visti sconfitti e le regole dei trattati di pace che prescrivono la loro sopravvivenza in luoghi che solo noi visi pallidi possiamo decidere.

q        

q       Soldati insieme : signorsì generale!

q        

q       Custer : E’ un atto di ribellione che va sanzionato nell’unico modo possibile: piombo e sangue.

I soldati annuiscono all’unisono.

Uno di loro esce per poi rientrare poco dopo.

q       Custer: se accondiscendiamo alle lamentele di costoro, diventeremo deboli. Meglio prevenire e reprimere la rivolta di questi selvaggi!

 

Si avvertono rumori, entra in scena il Tenente Cook che saluta il generale.

 

q       Cook : mi  avete fatto chiamare, signor generale?

q        

q       Custer guarda il sottoposto con sorriso beffardo. Cook tace in attesa di una risposta. Con un gesto accomiata gli altri.

q        

q       Custer: Cook, voi mi piacete! Ubbidite senza tante smancerie, con la perfetta formalità di un soldato fedele e leale.

q        

q       Cook: mio dovere generale!

q        

q       Custer: ascoltate con attenzione il mio piano (attimo di silenzio ). Lo scopo della nostra azione è quella di scovare l’accampamento dove si nascondono le scimmie rosse scappate dalle riserve: individuato il luogo, li travolgeremo senza dare possibilità di scampo.Che ne dite?

q        

q       Cook: quando, mio generale?

q        

q       Custer: quando meno se l’aspettano.

q        

q       Cook: domani mattina all’alba?

q        

q       Custer: no!

Cook guarda sorpreso il generale

q        

q       Custer: se tu che sei intelligente rimani sorpreso, immagina i Sioux che hanno poco cervello….oggi.. a mezzogiorno.

q        

q       Cook: ( balbettando) ma… generale…!

q        

q       Custer: finora mi hanno chiamato “ figlio della stella del mattino” da domani mi chiameranno  “figlio del sole di mezzogiorno”, anche se oggi mi pare ci sia un po’ di foschia.

q        

q       Cook: come intendete operare?

q        

q       Custer: non correre ragazzo.. Prova ad immaginare quelle scimmie rosse …Ora che è l’alba sono in trepida attesa perché, conoscendomi, si aspettano un attacco repentino. E invece , passa il tempo, si rassicurano, depongono le armi, cala la sorveglianza e noi…

q        

q       Cook: geniale, semplicemente geniale..

q        

q       Custer: voi Cook mi piacete sempre di più : vi voglio al mio fianco quando porteremo morte nell’accampamento. Ed oltre a voi voglio quell’italiano, quel John Martin: è un soldato semplice ma volenteroso. Non fa domande ed ubbidisce. Suona bene la tromba e i selvaggi devono sentire lo squillo della morte che li travolge. Peggio per loro se si troveranno sulla mia strada  e si scansino anche donne, vecchi e bambini se vogliono evitare il piombo rovente  o le lame affilate delle nostre spade.

q        

q       Cook: posso andare a chiamare Martin?

q        

q       Custer ( seccamente ) : andate subito e conducetelo qui.

 

Cook esce di scena

 

 

Custer si avvicina ad un tavolo, prende una mappa e mima con i suoi spostamenti la battaglia virtuale. Musica Garry Owen con entrata soldati da destra a sinistra e viceversa.

 

q       Custer: l’accampamento è qui, sì, proprio qui, al di là del fiume, del Little Big Horne. Dividerò il 7°  in tre gruppi: al capitano Benteen darò l’ordine di avanzare a sud della valle, al maggiore Reno di procedere lungo il fiume e di sorprendere gli Indiani da sud, io attraverserò il fiume… E la vittoria mi farà ricordare come l’eroe delle Black Hills!

Si sentono dei rumori e dei passi frettolosi. Compare Martin

 

q       Custer: ah , siete voi Martin..

 

Si spengono le luci di botto.

Musica Garry Owen ( sfumata)   

 

 

 

 ATTO TERZO- SCENA PRIMA

 

 

Tenda dei capi  nel campo dei Sioux Oglala.

Tre capi indiani seduti al centro del palco con visi dipinti per un’imminente battaglia. Inno musicale militare indiano.

 

q       Nuvola Rossa:  anni fa, quando la mia gente mi elesse tra i quaranta grandi capi cheyenne, non avrei mai pensato che il mio destino un giorno mi avrebbe portato qui, sotto la tenda di Toro seduto, dei Sioux Oglala.

q        

q       Toro Seduto:  tu Nuvola Rossa ed il tuo popolo cheyenne siete nostri fratelli come lo sono i monti che sovrastano il nostro accampamento.

q        

q       Cavallo Pazzo:  oggi più che mai i fatti, le parole, i sentimenti fanno sì che il nostro sia anche il vostro destino, come quello dell’acqua del fiume di scendere dalle montagne, attraverso la pianura e gettarsi nelle acque del grande mare.

q        

q       Nuvola Rossa:   ricordo come fosse ora il giorno in cui i visi pallidi distrussero il nostro accampamento: erano guidati da quel generale con gli occhi di ghiaccio ed il sorriso beffardo della morte.Ci hanno assalito di sorpresa: era l’alba.Per questo molti di noi ora lo chiamano ‘ Stella del mattino’; grazie a voi, grazie al Grande Spirito che ha avuto pietà di noi, ora chi si è salvato si trova qui. La vostra presenza ci ha scaldato il cuore, ci ha ridato speranza di vita: ma ora è giunto il momento della battaglia, della vendetta.

q        

q       Cavallo Pazzo : è l’ora della verità, Nuvola Rossa, del riscatto della nostra dignità. Per la nostra salvezza combattiamo non per scelta: dobbiamo difendere noi stessi , i nostri figli, le nostre donne, i nostri vecchi. Possiamo contare su 4000 uomini, tutti ben armati e… questo Custer non lo sa.

 

q       Toro Seduto :   l’uomo dagli occhi di ghiaccio è presuntuoso e ciò lo dannerà: dicono che si vanti di essere invincibile solo perché ha sterminato tribù indifese.Oggi assaporerà l’amarezza della polvere. Dicono che prediliga attaccare di sorpresa di primo mattino o quando i suoi nemici non sono pronti alla battaglia. Oggi non attaccherà all’ alba che è ormai vicina: vorrà sorprenderci con un assalto nel momento in cui ci sfamiamo. Abbiamo imparato ormai la lezione e siamo preparati.

 

q       Nuvola Rossa:  quando torneranno, Cavallo Pazzo, le nostre civette dalla loro perlustrazione?

 

q       Cavallo Pazzo:  tra poco ….. prima che albeggi, sapremo quali sono le intenzioni ed i movimenti dei visi pallidi. Noi siamo pronti e dobbiamo solo aver la pazienza di attendere: tutte le possibili vie di accesso all’accampamento sono protette. La morsa in cui finiranno i nostri nemici, tra fiume e montagna, sarà fatale come gli artigli della grande aquila che cala improvvisa dal cielo sulla propria preda.

 

q       Toro Seduto:  sarà una caccia spietata per la nostra sopravvivenza : siamo costretti, ma ciò non ha relazione con il fatto che ci chiamano selvaggi.

 

q       Nuvola Rossa:  Come sarà differente la caccia al viso pallido da quella del bisonte a cui i nostri avi ci hanno addestrato!

Una donna si avvicina e consegna delle coperte e alcuni indumenti .

 

q       Noi nella caccia al bisonte circondiamo la mandria ma uccidiamo solo il numero di animali necessari al nostro fabbisogno: carni e pelli sulla base di quanto serve alla tribù. Ora invece, proprio come i visi pallidi fanno con i bisonti, dovremo circondarli ed uccidere tutta la mandria dei soldati blu.

q       Cavallo Pazzo:  parole sagge, Nuvola Rossa!

q       Passa la pipa a Nuvola Rossa.

q       Da tempo, da quando sono comparsi i visi pallidi, ho un tumulto nel cuore perché ho capito che con loro non ci potrà mai essere pace. I miei sogni sono diventati incubi: stanotte ho visto la grande aquila che aleggiava con ali spiegate sul campo della battaglia. Il battito delle sue ali ed il suo canto erano premonitrici di morte.

q        

q       Toro Seduto :  la verità è che da tempo noi non viviamo più, ma siamo costretti a sopravvivere. Dicevi della caccia al bisonte fatta per necessità: pochi animali uccisi perché si conservi e si riproduca la grande mandria.

q       (le donne si alzano e stendono le pelli ad asciugare; poi escono di scena) Ma non solo per necessità, anche per  aiutarci tra noi. Quante volte ognuno di voi ha concesso il frutto della propria cacciagione a qualche gruppo famigliare che aveva conosciuto la morte precoce di un valido guerriero? C’era quasi una gara a donare, ad aiutarsi.

q        

q       Nuvola Rossa :  sento degli strani rumori : saranno le nostre civette che tornano con notizie di guerra?

 

Entrano due Indiani che salutano ansimanti

 

q       Cavallo Pazzo:  ebbene, quali notizie ci portate?

q        

q       I° Indiano: l’attacco è previsto per mezzogiorno.

q        

q       Nuvola Rossa: ( rivolto a Toro Seduto )  come tu avevi previsto!

q        

q       Toro Seduto: ( senza scomporsi)  che altro?

q        

q       II° Indiano :  il viso pallido dai lunghi capelli ha deciso di dividere il suo esercito in tre gruppi per assalire l’accampamento da più punti e a ondate successive.

q        

q       Cavallo Pazzo:  quindi, con ogni probabilità, un gruppo scenderà lungo il grande canalone, altri costeggeranno il fiume, infine altri cercheranno di attraversarlo per gettarsi direttamente contro l’accampamento. (I due Indiani annuiscono)

q        

q       Toro Seduto:  quanti sono?

q        

q       I°Indiano : il primo gruppo di visi pallidi sarà di circa 150 uomini, ma non sappiamo da chi sarà guidato. Sappiamo solo che il generale guiderà 300 uomini nell’attraversamento del fiume.

q        

q       Toro Seduto: e gli altri quanti sono?

q        

q       II° Indiano:  anche loro circa 150.

q        

q       Nuvola Rossa:  non cantiamo vittoria, ma credo proprio che i nostri uomini, per il loro gran numero, avranno la meglio ed i visi pallidi soccomberanno nella loro presunzione di essere invincibili.

q        

q       Cavallo Pazzo:  questa volta, vi dico, che Custer non avrà scampo.

q        

q       Nuvola Rossa:  anch’io ho un gran tumulto nel cuore. Certo, noi Cheyenne, ci vendicheremo dell’affronto subito; voi sconfiggerete un vostro acerrimo nemico, ma poi, dopo la carneficina, che sarà di noi? Quale sarà il nostro destino? Quello di vincere una battaglia ma di perdere poi la guerra?

q        

q       Toro Seduto:  so che il nostro destino è già segnato: prima o poi finiremo sconfitti e deportati nelle loro riserve. Però dobbiamo far valere la nostra dignità ed il nostro onore cercando di rimandare i tristi eventi in un tempo più lontano.

q        

q       Nuvola Rossa:  vedo già le vostre e le nostre donne smontare le tende, ripiegare le pelli, caricare i bambini sulla treggia e questo non una volta ma per giorni e giorni, mentre le squadre di soldati blu come la notte si gettano al nostro inseguimento, si mettono sulle nostre tracce.

 

Mentre parla le donne simulano la scena descritta.

Si avverte un rumore. Entra un Indiano cheyenne, Gambe di Legno. Saluta e dà l’annuncio

 

q       Gambe di Legno: E’ l’ora! Tutto è pronto come avevi chiesto, Toro Seduto!

 

( I tre si guardano in faccia: accomiatano gli esploratori e l’ultimo arrivato.

Si alzano in piedi e si abbracciano incrociando braccia e teste)

Le donne emettono il trillo vocale per incitare alla guerra.

Urla di battaglia.

Si spengono le luci.

Rumori di una battaglia in corso.

Musica film. Gli Indiani si muovono sul palco simulando uno scontro.

 

 

ATTO TERZO- SCENA SECONDA

 

 

Il palco è buio. Una musica ( armonica) accompagna l’entrata del coro che si sistema in fondo a destra. Entrano gli Indiani con un totem e delle pelli di un tipì da smontare, fermi come statue.

A sinistra Pat, Billy e John Martin seduti al tavolo. Martin si alza e a passi lenti si pone di fronte al pubblico.

 

q       Martin: ora che sono passati 10 anni, possiamo rivedere i fatti con maggior obiettività. Sì, perché il tragico ricordo della disfatta subita non ci ferisce la mente, non ci lascia nella disperazione per ciò che è avvenuto e non può essere più cambiato. E’ successo per sempre…per sempre Custer è morto.

 

q       Pat : ( anche lui si alza e si mette dietro Martin, quasi al suo fianco) solo ora possiamo ragionare senza che le strette del dolore chiudano i nostri occhi: è giunto il momento di capire. Di chi la responsabilità della sconfitta? E’ giusto che nel porci queste domande, non cerchiamo un capro espiatorio, ma valutiamo i fatti con serenità.

 

q       Billy : ( anche lui si alza e si mette dietro Pat ) anche se un processo è in corso di svolgimento, anche se i supremi comandi dovranno pur trovare qualcuno a cui attribuire la colpa. Reno? Non vorranno distruggere il mito di Custer e, allora, con chi se la prenderanno? Con coloro che hanno avuto la fortuna di scampare all’eccidio? Meschinità della giustizia, quando contano solo il potere e la peggiore delle sue figlie: la guerra.

 

q       Martin : certo, Custer ebbe le sue colpe : commise errori di strategia dettati forse dalla presunzione della sua infallibilità, dalla cieca fiducia nel valore dei propri soldati, dalla sottovalutazione del valore e dell’orgoglio dei Pellerossa e dei loro capi…Toro Seduto, Nuvola Rossa…Cavallo Pazzo..

 

q       Pat : eppure Custer fu sempre coerente con sé stesso. Sì, è vero: riteneva gli Indiani una razza inferiore, dei selvaggi, ma non ha mai creduto di trasformare gli Indiani in quello che non sono. Non pensò mai di poterli civilizzare. Dare loro la nostra cultura? Giammai. Far loro assumere i nostri usi e costumi? Men che meno. Apprezzava invece, in alcuni di essi, il valore del guerriero che  combatte sprezzante del pericolo.

 

q       Billy : è vero, spesso Custer criticò la politica volta a civilizzare gli Indiani. Mi ricordo, come fosse oggi, di una sua categorica affermazione:“ Sono esseri inferiori e tale devono rimanere. Se cercassimo di renderli simili a noi sbaglieremmo”. Chi ha ragione ? Custer o gli altri ? Questo ancora non lo sappiamo.

 

I tre si fermano come statue. Entrano in scena dei soldati che armeggiano e marciano.

 

Prendono vita i tre Indiani e il coro.

 

q       Piede Grosso : ( agitato ) dobbiamo far presto, dobbiamo fuggire, correre come animali braccati per quella terra che il Grande Spirito ci aveva assegnato. I visi pallidi ci inseguono o forse è il fantasma del generale Custer? L’uomo dai lunghi capelli, la stella mattutina, è alle nostre calcagna?

Custer prende vita e si sposta dietro gli indiani

 

q       Coro: fantasma di Custer, stella mattutina alle nostre calcagne ( ripetere due volte)

 

q       Toro Bianco: è lui che ci insegue, sono le anime dei suoi soldati che ci danno la caccia. Abbiamo vinto una battaglia al Little Big Horne e ciò fece scalpore, ma le sorti della guerra volgono ormai contro di noi, contro i vincitori di un solo giorno. Forse il Grande Spirito vuole metterci alla prova per conoscere il nostro amore per lui.

 

q       Coro : vincitori di un solo giorno, le sorti della guerra volgono contro di noi. Dov’è il Grande Spirito ?

 

q       Orso Nero : Presto! Lega con la corda i bastoni che furono fondamenta della nostra casa. Piega le pelli di bisonte che ci hanno protetto dalle intemperie e dal sole. Predisponete la traggia e fateci salire i nostri figli più piccoli. Il fantasma di Custer è qui vicino!

 

q       Coro : Lega! Piega! Predisponi ! Qui vicino il fantasma di Custer!

 

q       Piede Grosso : anche da morto noi lo temiamo e lo rispettiamo, così come è stato da vivo.Noi non avevamo nulla contro di lui, ma i fatti ci hanno costretto a chiamarlo nemico e a trattarlo come tale. Un nemico forte e coraggioso.

 

q       Toro Bianco : il giorno della nostra vittoria quando vedemmo i visi pallidi avanzare intrepidi verso di noi, non lo riconoscemmo a capo del suo esercito.

 

q       Orso nero : non aveva forse egli i capelli lunghi?

 

q       Piede Grosso : non era forse egli il guerriero che sapeva dove e quando attaccare?

 

q       Coro : chi guidava dunque le Giubbe blu destinate alla sconfitta?

 

q       Toro bianco : quasi non credevamo ai nostri occhi: non lo riconoscemmo e pensammo che non fosse lui a guidare i nostri nemici.

 

q       Orso nero: perché non riusciste a vederlo?

 

q       Piede grosso: quando invece lo riconosceste?

 

q       Coro : come morì il nostro acerrimo nemico?

 

q       Toro bianco: nell’infuriare della battaglia, uno dei nostri lo colpì con una fucilata proprio al petto.

Un indiano mima l’uccisione di Custer che,         colpito al petto, cade a terra.

Rumori di spari, urla.

 

q        Stramazzò al suolo sui corpi di altri suoi soldati già caduti. Più da vicino un altro lo colpì alla tempia.

q       Lo stesso indiano lo colpisce un’altra volta alla tempia

q        Rimase lì come una larva vuota. Chi lo spogliò della divisa non credeva ai propri occhi: quello era Custer. Si era tagliato i capelli, per questo non lo riconoscemmo. Lo ricomposero, seduto fiero, come si deve ad un prode guerriero morto nel dare battaglia.

 

q       Coro: seduto fiero, prode guerriero che dà battaglia.

 

Si spengono i riflettori sugli Indiani. La luce illumina l’altra sezione del palco. I tre ( Martin, Pat, Billy) girano silenziosi intorno al tavolo poi Martin prende una sedia e si rivolge verso il pubblico con schienale girato). Gli indiani escono di scena mentre restano Custer e l’indiano che l’ha ucciso.

 

 

q       Martin : l’onta della strage del Little Big Horne fu enorme; la sua eco passò di casa in casa, tra sgomento e sorpresa, angoscia e raccapriccio. Ma gli States sono una grande nazione ed hanno una missione da conseguire: conquistare sempre più terre per la nostra gente..la ferrea volontà di continuare la strada ..

 

q       Pat: ( come Martin, si siede girato di spalle, al suo fianco ) la parola che ogni bocca pronunciava e che esprimeva il profondo sentire di ognuno era riscatto, orgoglio e riscatto. Mettersi sulle tracce di chi aveva così pesantemente colpito l’orgoglio personale e nazionale fu un’azione immediata. Nel volgere di poco tempo, alcuni dei carnefici di Custer e dei suoi uomini perirono, molti accampamenti vennero saccheggiati e distrutti.

 

q       Martin : la legge inflessibile del soldato blu . L’unico indiano buono è  l’indiano morto.. oppure quello rinchiuso in una riserva e sottoposto alla vera giustizia e al progresso della civilta’: oro, treni, insediamenti, terreni da coltivare.

 

q       Pat : Il Little Big Horne è stato forse l’ultimo sussulto della nazione indiana. Ancora oggi rimangono sacche di resistenza ma sempre più deboli…sempre più deboli…

 

q       Billy : sono da ammirare quei valorosi capi indiani che ancora si prodigano…credono….. combattono muoiono…Ma ormai la nostra avanzata è inarrestabile.

 

q       Martin : con i Pellerossa non prevale sempre e soltanto lo spirito vendicativo ma anche la pietà.Io lo so bene perché vengo da Sala Consolina, una terra povera, amara, poco prodiga con i poveri, riarsa da un sole accecante, allietata dalla dolce brezza del mare. E capisco l’animo di chi deve lasciare la propria terra…

 

q       Pat : la nostra pietà non è solo commiserazione, è anche aiuto e collaborazione ai disgraziati sopravvissuti. Si danno loro delle terre, delle leggi, si fanno imparare i rudimenti della civiltà e del progresso. Si consente loro di passare dallo stato di natura ad uno degno di esseri umani o che si vogliano chiamare tali.

 

q       Billy : alcuni accettano il nuovo stato di cose e collaborano ma altri… altri ti guardano con diffidenza e, a volte, non riesco a comprendere cosa vogliono dire con i loro sguardi. Come ci vedono ? Covano odio ? Non sembra, ma ho la sensazione che non riusciremo mai ad estirpare da loro lo spirito selvaggio che anima il loro cuore come il freddo vento che spazza la prateria.

 

Si fermano. Musica indiana cd 2 n. 11. Tornano in scena gli Indiani. Si muovono, finendo di sistemare le loro cose, smontando il totem. Si dispongono di fronte al pubblico con i resti del totem.

 

q       Piede grosso : quante volte abbiamo già montato e smontato il nostro accampamento? Quante volte siamo stati accolti da una terra per un solo breve soggiorno? E ognuno di esse ci è sembrata così ospitale, così…

 

q       Coro : quante volte l’accampamento? Quante volte una nuova terra ?

 

q       Toro bianco : ormai lo sappiamo: questo è il nostro destino. Scacciati dalle terre che videro nascere, crescere, amare, morire i nostri avi. Corriamo sempre verso una temporanea salvezza: Siamo costretti a sopravvivere non più a vivere.

 

q       Coro : cacciati dalle terre dei nostri avi per sopravvivere, non per vivere.

 

q       Orso nero : ma un giorno le terre finiranno e noi che faremo? Ci tufferemo forse nel gran mare al di là delle grandi montagne? Finiremo per ripercorrere a ritroso il viaggio dei nostri antenati, ricacciati da dove siamo venuti?

 

q       Coro : un giorno le terre finiranno…torneremo da dove siamo venuti?

 

q       Piede Grosso : molti di noi sono stati rinchiusi nei recinti creati dai visi pallidi, in alcuni casi con la forza, in altri volontariamente prima che una immane catastrofe potesse colpire tutti quanti  Anche questo sarà il nostro destino?

 

q       Coro : con la forza, volontariamente questo sarà il nostro destino?

 

q       Toro bianco : tuttavia c’è chi resiste. Gli Apache resistono. Gli ultimi Lakota resistono. Che ne è di Cavallo Pazzo e di Nuvola Rossa ? E  Toro Seduto? 

 

q       Coro : tuttavia c’è chi resiste. Cavallo Pazzo.. Nuvola rossa.. Toro seduto..

 

q       Orso nero : ho sentito raccontare una brutta vicenda: un certo Buffalo Bill sconfisse in duello uno dei nostri e lo scotennò dicendo : “ Questo è il primo scalpo per vendicare Custer!”

 

q       Coro : il primo scalpo per vendicare Custer!

 

q       Piede grosso : non soffermiamoci a narrare di queste disgrazie perché altre ne sono capitate ed altre ancora avverranno. Subiremo violenze e torture noi, le nostre donne, il nostro popolo. Pensiamo ora soltanto a sopravvivere: questo è il nostro futuro.

 

q       Coro : pensiamo solo a sopravvivere…

 

q       Toro bianco :  ecco… laggiù una vallata dove potremo sistemarci ma non so per quanto.

 

q       Coro : non so per quanto..

 

q       Orso nero : potrebbe essere la nostra ultima fermata…

 

q       Piede grosso : prima di morire o…

 

q       Toro bianco : meglio liberi e, se rinchiusi, ci faremo forti con la nostra fede, le danze, le abitudini..

 

q       Coro : ultima fermata… la nostra fede… le nostre danze…

 

Si bloccano. Si spengono le luci sugli Indiani mentre Martin si pone al centro lungo il divisorio.

 

q       Martin :  io sono Giovanni Crisostomo Martini, John Martin, nato a Sala Consolina nel 1852….figlio di nessuno. Emigrato, entrato nell’esercito per fame, divenuto il trombettiere del 7° Cavalleggeri di Custer, scampato al massacro del Little Big Horne…In questa aula, davanti a Voi, ho portato la mia testimonianza. Sono stato l’unico superstite del battaglione del generale Custer, superstite di una battaglia che  fu l’ultimo successo militare dei Pellerossa. Mi chiedete in quanti morirono? Non so con precisione..285  forse, so per certo che gli Indiani, per la prima volta, nel continente nord-americano avevano vinto. Una battaglia, non la guerra per la vita.

 

 Musica Garry Owen, musica e canti Indiani