SAN GREGORIO IN
CAMPOSANTO piazza
Trento e Trieste
L'edifìcio ricorda la grande strage
che spopolò Busto nel 1630. San Gregario era il nome dato nel 1630 al
lavoretto degli appestati. San Gregario è il titolo della chiesa
costruita nel 1657 a ricordo della peste e degli appestati. Quella
chiesa, slanciata e lineare, come piaceva alla normativa borromaica, di
pianta quadrata, esibiva sopra l'altare di mattoni la grande pala dei
fratelli Lampugnani, ma in lunghezza era meno dela metà della chiesa
attuale. La pala è grandiosa e complessa: rappresenta in primo piano i
Santi Gregario e Carlo vissuti in tempi di pestilenze. Alle loro spalle
una processione penitenziale organizzata per allontanare l'epidemia, nel
ciclo un angelo che ripone nel fodero la simbolica spada. Varie le
innovazioni settecentesche. Nel 1719 si costruì la seconda sagrestia e
sopra la sagrestia vecchia si alzò il campanile, sostitutivo del
precedente, che era apparso instabile. Negli anni 1742-45 la chiesa
venne allungata con l'aggiunta del secondo corpo, a pianta rettangolare,
progettato e dipinto dal canonico Biagio Belletti. Animano
l'architettura del secondo corpo, le finestre a sagoma bizzarra e i
dipinti: due grandi figure statuarie ai lati della pala Lampugnani
trasferita sulla nuova parete di fondo e nella volta la Gloria della
Carità e della Religione. La chiesa fruì di restauri nel 1881, nel 1925
quando ebbe la terza sagrestia, costruita alle spalle dell'altare, ed
ancora nel 1969. Da notare: nell'interno, gli affreschi tolti nel 1975
dal Mortorio di San Giovanni, all'esterno lungo via Foscolo la ricca
cancellata secentesca inferro battuto che una volta stava davanti
all'altare, la colonna di granito sormontata da una croce di ferro a
ricordo della peste del 1630.
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